Nei due articoli precedenti abbiamo visto quali sono le linee guida di una dieta anticancro e quali sono gli alimenti consigliati, secondo i vari studi ed esperimenti effettuati, che hanno dimostrato la presenza di alcune proprietà antiossidanti degli alimenti.
Abbiamo anche visto che una dieta anticancro dovrebbe avvicinarsi ad una dieta pescetariana, limitando il consumo di carne, uova, alcol e zuccheri raffinati.
Approfondiamo, ora il perchè questi alimenti devono essere limitati (attenzione: limitati e non del tutto eliminati!) e perchè fanno male al nostro organismo.
Come già detto sopra, il consumo di carne rossa và ridotta al minimo e non eliminata del tutto. Infatti, la carne rossa, se non assunta in quantità eccessive, non
provoca il cancro.
Le carni vengono generalmente distinte in bianche, rosse e nere, a
seconda del colore che assumono dopo la macellazione, della tipologia e
dell’età degli animali da cui derivano.
Le carni rosse si ottengono da animali da macello come bovini, ovini e
caprini, le carni bianche si ottengono sia da animali da cortile, che da agnello, vitello e capretto giovani che in età adulta sono poi classificati come carne rossa, mentre le carni
nere derivano da cacciagione come cervi, volatili e cinghiali. Per quanto riguarda nello specifico la carne di maiale, in
relazione al colore, è da considerarsi bianca, ma in realzione al consumo, dobbiamo considerarla tra le carni rosse, oggetto di questo studio.
Secondo uno studio osservazionale della Harvard School and public health (pubblicato in lingua originale sul numero del 12 marzo 2012 di Archives of internal medicine) il consumo di carne rossa è associato ad un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e di tumore. I ricercatori, capeggiati da Frank Hu, professore di nutrizione ed epidemiologia, hanno seguito 37.698 uomini per 22 anni, e 83.644 donne per 28 anni. All’inizio dell’analisi, tutti erano sani, senza patologie tumorali o cardiovascolari. Ogni quattro anni veniva chiesto ai partecipanti di indicare la loro dieta o il tipo di alimentazione, tramite dei questionari.
Nel corso degli anni, nel
gruppo si sono verificate 23.926 morti: quasi 6 mila per malattie di
cuore e circa 10 mila per cancro e la principale causa di moratlità per entrambe le patologie era associata il consumo regolare di carne rossa.
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limitare il consumo di carne rossa |
I ricercatori hanno specificato che ciò è dovuto al fatto che la carne rossa, rispetto alla carne bianca, contiene ferro, grassi saturi, nitriti e sostanze cancerogene che si formano durante la cottura, sia per la loro consistenza che le espone a cotture più prolungate e più invasive sia per il maggior contenuto di grassi.
È stato anche ipotizzato che il maggior contenuto di grassi contenuti nelle carni rosse possa favorire la concentrazione di acidi biliari secondari, favorenti anch’essi lo sviluppo del cancro.
Inoltre, i nitriti, i nitrati ed il sale contenuti nella carni processate causano la formazione di nitrosammine, anch’esse sostanze mutagene.
Lo stesso ferro contenuto dalla mioglobina delle carni rosse può
promuovere la formazione di nitrosammine e può generare radicali liberi in grado di danneggiare il DNA.Sempre secondo i ricercatori, sostituire le protiene della carne con altri fonti di proteine più sane, ridurrebbe sensibilmente il rischio. Quindi via libera a pesce, pollame, legumi, noci, cereali.
Molti altri studi epidemiologici hanno riportato una significativa
associazione tra consumo di carni rosse e carni processate (come pancetta, würstel,
salsiccia, salame e affettati in genere), e l'aumento di cancro del colon.
Al momento si stima che
per ogni 100 g di carne rossa o 50 g di carne processata consumata
quotidianamente, la probabilità di sviluppare cancro del colon aumenti
del 15-20%.
Sulla base di queste considerazioni, non è utile solo limitare il consumo di carne ad una sola volta alla settimana, ma anche prestare attenzione ad alcuni accorgimenti, quali:
- lavare la carne rossa prima della cottura, per rimuovere il sangue residuale e l’emoglobina, proteina contenente ferro in esso contenuta;
- dopo la cottura, lasciare riposare la carne prima di servire, per farla riprendere dallo shock termico e far fuoriuscire gli ultimi residui di emoglobina, che dovrebbero essere lasciati nel piatto;
- scegliere metodi di cottura meno invasivi come la brasatura, la bollitura, la cottura al microonde e la cottura al forno, piuttosto che la frittura, la cottura alla griglia o il barbecue;
- prima di cuocerla, condirla con erbe e spezie, in modo da attenuare i fenomeni ossidativi e la formazione di radicali liberi.
Un'ultima considerazione che vorrei fare, è di sottolineare che la nostra carne è diversa da quella consumata dagli americani ed oggetto di molte ricerche statunitensi. Se prendiamo in considerazione, per esempio, 100 g di filetto di manzo,
contiene 150 calorie se proviene dall' Italia e dalla Francia, mentre se proviene dagli Stati Uniti, ne contiene 300 kcal. Inoltre, la nostra bistecca contiene il 28% di proteine, quella americana
solo il 16%, mentre il contrario si verifica per i lipidi, cioè i grassi.
La nostra bistecca di manzo contiene il 4% di lipidi (grassi), mentre quella
americana il 24,9%, ossia sei volte tanto.
Insaccati
Bisogna ridurre anche il consumo degli insaccati (salame, prosciutto, pancetta, hamburger e
salsicce).
Secondo un recente studio dei ricercatori di Zurigo pubblicato sulla
rivista BMC Medicine, citato sul quotidiano britannico The Guardian e ripreso in
Italia da Giornalettismo, gli amanti degli insaccati hanno il 44% delle probabilità in più di morire prematuramente
o dell’insorgere di malattie cardiache. I risultati rivelano che il "72% di chi mangia
questi prodotti rischia di avere malattie cardiache e l'11% potrebbe
anche morire di cancro".
I rischi, ovviamente, aumentano con la quantità assunta. Mangiare salsicce in modo occasionale
non fa male, ma bisogna mangiare con moderazione. Le motivazioni sono le stesse viste per la carne rossa.
Il nostro consumo di zucchero, attraverso dolci, merendine o bevande zuccherate, è aumentato costantemente a partire dalla
fine della Seconda Guerra Mondiale, passando da 30 kg per persona
all'anno nel 1940 a 70 kg alla fine del XX secolo.
Oggi quasi tutti sappiamo che un consumo eccessivo di zucchero può causare obesità, carie e malattie cardiache. Ma non tutti sanno che lo zucchero può portare anche allo sviluppo del cancro.
Il cancro si nutre di zucchero e proprio per questo motivo una dieta anticancro, al pari di una dieta dimagrante, dovrebbe essere con pochi zuccheri e bevande zuccherate!
Il primo studioso a stabilire la correlazione tra zuccheri e cancro fu Otto Heinrich Warburg che nel 1931 vinse il Premio Nobel per questa scoperta, individuando che il metabolismo dei tumori maligni dipende in gran parte dal loro consumo di glucosio (la forma che assume lo zucchero nel nostro organismo una volta digerito) deducendo che il cancro è il risultato di uno stile di vita anti-fisiologico (ossia di una dieta basata su cibi acidificanti aggiunta all’inattività fisica). Infatti, con uno stile di vita anti-fisiologico, spiega Otto, il corpo crea un ambiente acido per una cattiva ossigenazione delle cellule e l’acidosi cellulare a sua volta causa l’espulsione dell’ossigeno dal nostro corpo. Ne emerge quindi, sempre secondo Otto, che “privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore è possibile convertirla in un cancro” ed aggiungendo che “Tutte le cellule normali hanno il bisogno assoluto di ossigeno, mentre le cellule tumorali possono vivere senza di esso” arrivando alla conclusione che “I tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini.”
Ciò significa che lo zucchero più di qualsiasi altro alimento o pasto é quello che stimola la produzione di insulina ed ha le potenzialità per creare un ambiente ideale per la crescita delle cellule tumorali.
Che ci fosse una corrispondenza tra obesità e sovrappeso e certi tumori, gli epidemiologi lo avevano già notato. Ma fino a oggi si trattava di una sola "coincidenza", basata sull'osservazione di gruppi di persone che di per sè già presentavano dei problemi.
Oggi, invece, le prove biologiche sono tali che la rivista americana, "Science", le ha inserite in un articolo di rassegna del primo numero del 2012.
All'origine di molti tumori, dunque, potrebbero esserci delle alterazioni metaboliche, cioè trasformazioni locali che rendono i tessuti un terreno fertile per la crescita delle cellule malate, mutamenti causati in primo luogo da una alimentazione non corretta.
Ciò che mangiamo avrebbe dunque un'importanza ancora più cruciale del previsto, rispetto a quanto supposto fino a poco tempo fa. Al centro dell'analisi c'è l'insulina, finora considerata solo per ciò che accade quando scarseggia, come nel diabete, o per la sua funzione di regolatrice degli zuccheri nel sangue, ma che da oggi assume un ruolo importante nello sviluppo dei tumori.
La prima constatazione che ha portato a concentrare l'attenzione sull'insulina è stata di tipo epidemiologico: le persone obese (che spesso hanno elevati livelli di insulina) e quelle che soffrono di diabete, hanno un rischio considerevolmente superiore alla media di sviluppare un cancro e di morirne.
La seconda osservazione è di tipo sperimentale: le cellule tumorali, per crescere in provetta, hanno bisogno di molto zucchero, di molta insulina e di ormoni simili ad essa (come l'insulin-like growth factor 1 o Igf1) ed esprimono sulla loro superficie molte proteine fatte apposta per captare insulina e Igf1, di norma quasi assenti. Da decenni questi due indizi sono stati oggetto di dibattito di molti ricercatori, fino a quando non sono riusciti a trovare una spiegazione logica che chiarisce anche come mai chi si sottopone a severe restrizioni caloriche (che causano un crollo dell'insulina) ha un rischio inferiore di avere un cancro.
Lo zucchero, non solo nutre le cellule tumorali, ma causa anche la crescita di questa malattia, quindi sarebbe assolutamente da evitare per chi ha già un cancro.
Per fare in modo che lo zucchero venga assorbito dalle cellule, il corpo secerne insulina. E questa secrezione di insulina è accompagnata dal rilascio di una molecola chiamata insulin-like growth factor-1 (IGF), che, a sua volta, potrebbe partecipare alla crescita delle cellule tumorali e la loro invasione dei tessuti circostanti .
Inoltre, l'aumento IGF causa infiammazione, un altro fattore che potrebbe stimolare la crescita delle cellule tumorali.
In sintesi, le cellule per diventare tumorali farebbero ricorso a circuiti metabolici specifici e diversi da quelli usati dalle cellule sane per incamerare molto zucchero e, grazie all'insulina e all'Igf1, per utilizzarli non solo come fonte di energia, ma anche come materiale per produrre tumori. Quindi, è del tutto evidente che ciò che mangiamo è davvero fondamentale, nello sviluppo e nella crescita di molti tumori.
Oggi quasi tutti sappiamo che un consumo eccessivo di zucchero può causare obesità, carie e malattie cardiache. Ma non tutti sanno che lo zucchero può portare anche allo sviluppo del cancro.
Il cancro si nutre di zucchero e proprio per questo motivo una dieta anticancro, al pari di una dieta dimagrante, dovrebbe essere con pochi zuccheri e bevande zuccherate!
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ridurre gli zuccheri |
Il primo studioso a stabilire la correlazione tra zuccheri e cancro fu Otto Heinrich Warburg che nel 1931 vinse il Premio Nobel per questa scoperta, individuando che il metabolismo dei tumori maligni dipende in gran parte dal loro consumo di glucosio (la forma che assume lo zucchero nel nostro organismo una volta digerito) deducendo che il cancro è il risultato di uno stile di vita anti-fisiologico (ossia di una dieta basata su cibi acidificanti aggiunta all’inattività fisica). Infatti, con uno stile di vita anti-fisiologico, spiega Otto, il corpo crea un ambiente acido per una cattiva ossigenazione delle cellule e l’acidosi cellulare a sua volta causa l’espulsione dell’ossigeno dal nostro corpo. Ne emerge quindi, sempre secondo Otto, che “privando una cellula del 35% del suo ossigeno per 48 ore è possibile convertirla in un cancro” ed aggiungendo che “Tutte le cellule normali hanno il bisogno assoluto di ossigeno, mentre le cellule tumorali possono vivere senza di esso” arrivando alla conclusione che “I tessuti tumorali sono acidi, mentre i tessuti sani sono alcalini.”
Ciò significa che lo zucchero più di qualsiasi altro alimento o pasto é quello che stimola la produzione di insulina ed ha le potenzialità per creare un ambiente ideale per la crescita delle cellule tumorali.
Che ci fosse una corrispondenza tra obesità e sovrappeso e certi tumori, gli epidemiologi lo avevano già notato. Ma fino a oggi si trattava di una sola "coincidenza", basata sull'osservazione di gruppi di persone che di per sè già presentavano dei problemi.
Oggi, invece, le prove biologiche sono tali che la rivista americana, "Science", le ha inserite in un articolo di rassegna del primo numero del 2012.
All'origine di molti tumori, dunque, potrebbero esserci delle alterazioni metaboliche, cioè trasformazioni locali che rendono i tessuti un terreno fertile per la crescita delle cellule malate, mutamenti causati in primo luogo da una alimentazione non corretta.
Ciò che mangiamo avrebbe dunque un'importanza ancora più cruciale del previsto, rispetto a quanto supposto fino a poco tempo fa. Al centro dell'analisi c'è l'insulina, finora considerata solo per ciò che accade quando scarseggia, come nel diabete, o per la sua funzione di regolatrice degli zuccheri nel sangue, ma che da oggi assume un ruolo importante nello sviluppo dei tumori.
La prima constatazione che ha portato a concentrare l'attenzione sull'insulina è stata di tipo epidemiologico: le persone obese (che spesso hanno elevati livelli di insulina) e quelle che soffrono di diabete, hanno un rischio considerevolmente superiore alla media di sviluppare un cancro e di morirne.
La seconda osservazione è di tipo sperimentale: le cellule tumorali, per crescere in provetta, hanno bisogno di molto zucchero, di molta insulina e di ormoni simili ad essa (come l'insulin-like growth factor 1 o Igf1) ed esprimono sulla loro superficie molte proteine fatte apposta per captare insulina e Igf1, di norma quasi assenti. Da decenni questi due indizi sono stati oggetto di dibattito di molti ricercatori, fino a quando non sono riusciti a trovare una spiegazione logica che chiarisce anche come mai chi si sottopone a severe restrizioni caloriche (che causano un crollo dell'insulina) ha un rischio inferiore di avere un cancro.
Lo zucchero, non solo nutre le cellule tumorali, ma causa anche la crescita di questa malattia, quindi sarebbe assolutamente da evitare per chi ha già un cancro.
Per fare in modo che lo zucchero venga assorbito dalle cellule, il corpo secerne insulina. E questa secrezione di insulina è accompagnata dal rilascio di una molecola chiamata insulin-like growth factor-1 (IGF), che, a sua volta, potrebbe partecipare alla crescita delle cellule tumorali e la loro invasione dei tessuti circostanti .
Inoltre, l'aumento IGF causa infiammazione, un altro fattore che potrebbe stimolare la crescita delle cellule tumorali.
In sintesi, le cellule per diventare tumorali farebbero ricorso a circuiti metabolici specifici e diversi da quelli usati dalle cellule sane per incamerare molto zucchero e, grazie all'insulina e all'Igf1, per utilizzarli non solo come fonte di energia, ma anche come materiale per produrre tumori. Quindi, è del tutto evidente che ciò che mangiamo è davvero fondamentale, nello sviluppo e nella crescita di molti tumori.
Cristiano Simone, ricercatore dell'Università di Bari e dell'Istituto Mario Negri di Santa Maria Imbaro, autore di studi molto importanti in materia finanziati dall'AIRC (Associazione italiana ricerca sul cancro) dichiara: "Oggi abbiamo un'idea molto più articolata dell'influenza dell'alimentazione sul rischio-cancro, e sappiamo appunto che l'insulina è cruciale. Studiandone le funzioni, abbiamo scoperto che al centro di molte reazioni che legano l'insulina all'innesco della proliferazione neoplastica c'è una proteina chiamata P38 alfa".
In provetta e nei modelli animali, se si blocca questa proteina, sottolinea Simone, si arresta la crescita delle cellule malate e anzi, se ne induce la morte. Sarà quindi molto interessante vedere che cosa succede nei pazienti, alla fine di questi studi".
Quindi limitare il consumo di dolci e limitare l'apporto calorico giornaliero non solo fa dimagrire, ma allunga la vita e protegge dal cancro.
L'alcol
Anche il consumo di alcol può influire sull'insorgere dei tumori.
Da decenni numerosi indizi epidemiologici suggeriscono un legame fra il consumo di alcol e il rischio di tumore dello stomaco, dell'esofago, del fegato, del seno e del colon. Dati recenti hanno dimostrato che l'etanolo aumenta la produzione cellulare di VEGF, un'importante proteina di segnalazione nella crescita dei vasi sanguigni, soprattutto nei tumori e alimenta lo sviluppo dei vasi sanguigni nei tumori. Jian-Wei Gu dell'Università del Mississippi e colleghi hanno investigato ulteriormente questo possibile meccanismo, usando un modello di embrione di gallina, il cui studio è stato pubblicato sul numero del 15 gennaio 2005 della rivista "Cancer". Gli scienziati hanno scoperto che gli embrioni esposti all'alcol ed all'etanolo sviluppano un incremento nelle dimensioni dei tumori, nella densità dei vasi sanguigni e nei livelli di VEGF.
Gli studi scientifici più rilevanti sulla relazione tra alcol e cancro sono stati passati in rassegna, però, da un gruppo di ricercatori internazionali per conto dello IARC (International Agency for Research on Cancer), l’agenzia dell’Organizzazione mondiale della sanità che si occupa della promozione e del coordinamento delle ricerche internazionali sulle cause dei tumori nell’uomo. Lo studio ha analizzato gli effetti dell’alcol su 27 parti del corpo ed ha concluso che le bevande alcoliche possono essere considerate a tutti gli effetti cancerogene.
Anche il consumo di alcol può influire sull'insorgere dei tumori.
Da decenni numerosi indizi epidemiologici suggeriscono un legame fra il consumo di alcol e il rischio di tumore dello stomaco, dell'esofago, del fegato, del seno e del colon. Dati recenti hanno dimostrato che l'etanolo aumenta la produzione cellulare di VEGF, un'importante proteina di segnalazione nella crescita dei vasi sanguigni, soprattutto nei tumori e alimenta lo sviluppo dei vasi sanguigni nei tumori. Jian-Wei Gu dell'Università del Mississippi e colleghi hanno investigato ulteriormente questo possibile meccanismo, usando un modello di embrione di gallina, il cui studio è stato pubblicato sul numero del 15 gennaio 2005 della rivista "Cancer". Gli scienziati hanno scoperto che gli embrioni esposti all'alcol ed all'etanolo sviluppano un incremento nelle dimensioni dei tumori, nella densità dei vasi sanguigni e nei livelli di VEGF.
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ridurre il consumo di alcol |
Gli studi scientifici più rilevanti sulla relazione tra alcol e cancro sono stati passati in rassegna, però, da un gruppo di ricercatori internazionali per conto dello IARC (International Agency for Research on Cancer), l’agenzia dell’Organizzazione mondiale della sanità che si occupa della promozione e del coordinamento delle ricerche internazionali sulle cause dei tumori nell’uomo. Lo studio ha analizzato gli effetti dell’alcol su 27 parti del corpo ed ha concluso che le bevande alcoliche possono essere considerate a tutti gli effetti cancerogene.
Secondo il gruppo di ricerca, bastano 50 grammi di alcol al giorno, equivalenti a poco più di tre bicchieri di una bevanda alcolica,
per aumentare di due o tre volte il rischio di tumori della cavità
orale, della faringe e dell’esofago rispetto ai non bevitori.
Sempre 50 grammi al giorno è la quantità sufficiente a far aumentare del 50% il rischio di cancro al seno nelle donne, anche se ne bastano appena 18° per registrare un primo aumento del rischio rispetto alle astemie. Con la stessa quantità aumentano del 40% le probabilità di sviluppare il cancro al colon retto rispetto a quelle di chi non beve mai.
Sempre 50 grammi al giorno è la quantità sufficiente a far aumentare del 50% il rischio di cancro al seno nelle donne, anche se ne bastano appena 18° per registrare un primo aumento del rischio rispetto alle astemie. Con la stessa quantità aumentano del 40% le probabilità di sviluppare il cancro al colon retto rispetto a quelle di chi non beve mai.
L’alcol è però soprattutto causa di cancro al fegato e potrebbe aumentare il rischio di tumore dello stomaco e dei polmoni.
Ridurre il consumo di alcol, inoltre, non abbassa soltanto il rischio di
ammalarsi di cancro. L’alcol infatti può danneggiare le cellule di
molti organi tra cui il fegato e il sistema nervoso centrale. Inoltre, è
una sostanza in grado di indurre una dipendenza più forte di quella di
molte droghe.
Il sale
Altro elemento da
ridurre è il sale, pericoloso per la nostra salute se assunto in
quantità eccessive poichè è causa della ritenzione idrica, che, come abbiamo visto, può causare disturbi al sistema circolatorio, affaticamento cardiaco e
ipertensione. In particolare, il sale da cucina (cloruro di sodio) e il sale dei dadi
(glutammato di sodio) sono ricchi in una molecola molto pericolosa che è
il sodio. Purtroppo solo da pochi anni il sale è troppo presente
sulle nostre tavole, una volta era una spezia rara tant'è che con essa
venivano pagati i soldati (da cui il termine salario). L'abuso di sale è
sempre negativo e purtroppo è molto facile abusarne perché di sale è presente in tutti i
cibi inscatolati o conservati, nei succhi di frutta, nelle caramelle,
nei salumi, nei biscotti , nel pane ed in molti altri alimenti già confezionati.
Superare dunque la soglia di pericolo è facilissimo. Consigliabile dunque salare meno possibile. L'eccesso di sale favorirebbe alcuni tipi di tumore (stomaco e pancreas).
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ridurre il sale |
Superare dunque la soglia di pericolo è facilissimo. Consigliabile dunque salare meno possibile. L'eccesso di sale favorirebbe alcuni tipi di tumore (stomaco e pancreas).
Altri aspetti della dieta che contribuiscono allo sviluppo del cancro, sono la mancanza di frutta e verdura ed omega-6 eccessivo rispetto all' omega-3.
Bicarbonato di sodio
Diversamente da ciò che molti pensano, non si può curare il cancro con il bicarbonato. Lo dichiara proprio di recente l'AIRC ribadendo che:
- Nessuna ricerca scientifica ha dimostrato che il bicarbonato di sodio sia una cura efficace dei tumori umani.
- Il tumore può creare intorno a sé un ambiente acido, ma il bicarbonato, pur essendo una sostanza basica, non modifica in alcun modo il pH intorno alla massa tumorale, quando è assunto per via orale.
- L'iniezione del bicarbonato per via endovenosa (o parenterale) è estremamente pericolosa per gli organi sani.
- Alcuni studi in corso negli Stati Uniti stanno testando un derivato del bicarbonato di sodio, allo scopo di diminuire l'acidità intorno alla massa tumorale e studiare se questo rende la chemioterapia più efficace.
Questa idea errata , nota anche come "terapia
Simoncini", nasce dalla scoperta del
fisiologo tedesco Otto Heinrich Warburg, di cui abbiamo parlato prima.
Dopo Warburg, altri scienziati hanno scoperto che l'ambiente acido è favorevole alla proliferazione dei tumori perché corrode i tessuti sani e crea spazio per quelli malati. Ecco perché alcuni medici hanno pensato di poter usare il bicarbonato di sodio, sostanza molto basica, per neutralizzare l'effetto degli acidi prodotti dal tessuto tumorale.
Il bicarbonato di sodio, però, non è una terapia del cancro e
la sua somministrazione può danneggiare gravemente i tessuti sani
dell'organismo. Attualmente alcuni studi in corso stanno
valutando se il bicarbonato possa potenziare l'effetto dei comuni
farmaci chemioterapici, ma non si sa' ancora nulla di certo.
Prima di concludere la trilogia di articoli, dobbiamo specificare che la dieta anticancro, da sola, non è sufficiente, ma deve essere accompagnata anche da una serie di misure atte a favorire un miglioramento dello stile di vita e una riduzione dei fattori stressanti, come:
- dormire almeno 8 ore per notte;
- avere orari regolari ;
- andare più spesso in vacanza;
- praticare costantemente attività fisica.
L’acidità
dell’organismo sembra che predisponga in vitro (cioè in provetta, ma
non è confermato dagli esperimenti sull’uomo) all’insorgenza di tumori, ma nel dubbio, è meglio attenersi ad un'alimentazione corretta e poco acida, per almeno 6 giorni su 7.
LEGGI ANCHE:
LA DIETA ANTICANCRO: LINEE GUIDA
LA DIETA ANTICANCRO: COSA MANGIARE
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A.P.
Fonti:
- D. Khayat, F. Carp, N. Hutter-Lardeau — La vera dieta anticancro — Mondadori, 2011
- Kushi LH, et al. — American Cancer Society Guidelines on nutrition and physical activity for cancer prevention: reducing the risk of cancer with healthy food choices and physical activity — CA Cancer J Clin. 2012 Jan-Feb;62(1):30-67. doi: 10.3322/caac.20140

Ottimi consigli anche questii!
RispondiEliminabacii
Carne rossa non ne mangio in quantità industriale, il consumo di vino, ecc è molto raro, e di insaccati mi sembra di non mangiarne proprio. Forse il mio unico problema sono gli zuccheri e i dolci, ma a quelli non credo che potrei mai rinunciare :)
RispondiEliminahttp://leclatdelamode.blogspot.com
Per me carne e alcolici non sono un problema da eliminare per i dolci ho piu' difficolta'!!
RispondiEliminaUn post importantissimo. Bisogna leggere tutto con molta attenzione.
RispondiEliminaDaniela
kaosmagazine.it
Io devo iniziare a eliminare la Redbull, ne bevo in media una al giorno... -.-''
RispondiEliminaEli | The Gummy Sweet
ottimo post (: Reb, xoxo.
RispondiElimina*Nuovo post sul mio blog, fammi sapere cosa ne pensi:
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Un post davvero molto utile!!!
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Grazie per le interessanti info! :D
RispondiEliminaGiulia
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ottimi consigli, ma a questo punto moriamo di fame ihihi!!
RispondiEliminaWWW.ZAGUFASHION.COM
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Ottimi consigli! e pensare che io sono carnivorissima amo la carne rossa
RispondiEliminaAlessandra
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adoro i tuoi interessantissimi post!!!
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interessantissimo adoro questi generi di post <3
RispondiEliminapassa a dare un occhiata al mio blog www.whosdaf.com ;))
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mmm grazie per questo post...utile sapere cosa è meglio evitare :/
RispondiEliminaBaci ♥
BecomingTrendy
Proprio interessante questo post, magari riuscivo a seguirlo tutto
RispondiEliminahttp://couturetrend.blogspot.it/
Interessante per fortuna non mi serve la dieta
RispondiEliminabello il jeans e le scarpe meravigliosi
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Consigli super utili!
RispondiEliminaAlessia
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grazie dei fantastici consigli cercherò di metterli in pratica
RispondiEliminabaci
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RispondiEliminaevеrу day. It's always interesting to read articles from other authors and practice something from their websites.
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